Ogni atteggiamento posturale del corpo è collegato a un atteggiamento emotivo e psicologico; osserviamo così come il corpo tenda a richiudersi quando subisce l’influenza di emozioni negative, causate ad esempio da paure o stati depressivi.
I piegamenti indietro eseguiti in modo graduale e corretto aprono in modo uniforme la parte anteriore del corpo, ottenendo un effetto riequilibrante sulla postura eretta e un’influenza positiva sulla sfera psichica.
Dalla posizione di tadasana (postura eretta, piedi paralleli) cerchiamo un forte radicamento dei piedi al suolo ed una azione attiva delle gambe che possa permettere al bacino e al busto di rilassarsi, per poi estendere uniformemente tutta la parte anteriore del corpo. Dobbiamo immaginarci di lasciare la presa dall’interno, di prendere spazio come quando ci si stira la mattina al risveglio, lasciando allungare verso l’alto tutta la parte anteriore del busto a partire dagli organi interni, ottenendo così un estensione completa e naturale (che non viene dal “fare” ma dal “lasciare andare”) e un’attivazione dei muscoli antigravitari della parte posteriore del corpo, che ci faranno raddrizzare il busto senza sforzo, come se fossimo guidati da un filo sottile che dal vertice della testa ci collega al cielo.
In estrema sintesi, gli arti inferiori attivano l’azione e la spina dorsale la riceve senza sforzo; basta lasciare aprire la parte ventrale senza fare altro, il corpo inizia naturalmente ad estendersi.
Attraverso questo percorso che va dall’interno all’esterno possiamo percepire come il corpo e l’atteggiamento psichico siano in continua relazione.
Questa è la premessa per prepararsi ai piegamenti indietro, visti qui come una profonda e accentuata estensione di tadasana: attraverso la chiarezza dell’interrelazione corpo-respiro-mente, eseguire l’asana senza conflitto interno e riceverne così i benefici profondi.