La mente e il corpo sono le due facce della stessa medaglia, energia e materia che diventano interscambiabili. Modificando il nostro corpo attraverso la pratica consapevole di asana e respiro, noi modifichiamo indirettamente i nostri pensieri e il modo di vedere le cose.
Il cambiamento è, per tutti gli aspetti del nostro quotidiano, la normalità: ciascuno di noi affronta ciclicamente momenti più o meno difficili, e si evolve continuamente.
Imparare a fare yoga in ogni condizione, con costante curiosità e interesse piuttosto che scoramento o esaltazione, è il modo giusto per riportare senso allo yoga.
Quando abbiamo un problema e dobbiamo modificare i nostri piani, ci sentiamo inizialmente infastiditi; possiamo invece accogliere questa condizione occupandoci di noi stessi con un ascolto più amplificato e sottile.
Dobbiamo fare un passo indietro e adottare un atteggiamento maggiormente riflessivo verso noi stessi, verso ciò che facciamo e verso il come lo facciamo.
Fare un passo indietro non vuol dire bloccarsi e rinunciare, ma fare con ciò che in quel momento si ha a disposizione, cioè essere nel presente.
Tutto ciò si traduce concretamente nel lasciarsi, in parte, guidare dal corpo, perché il corpo ha preso il sopravvento e vuole essere ascoltato. L’abilità nell’attenzione si sviluppa e si raffina nel miscelare perfettamente l’ascolto e la tecnica che l’asana suggerisce.
La mente aperta non giudica, non confronta, non si cristallizza su una condizione particolare, ma fluisce adattandosi, momento per momento, al presente.
Fare yoga bene non dipende dal fatto di avere o no problemi fisici, ma da quanto sappiamo applicarne la bellezza tecnica e i principi a ogni condizione psico-fisica.
Impariamo a fondare le nostre azioni sulla realtà, e non su un’idea che abbiamo in testa: questo richiede un aggiornamento continuo su noi stessi, dove nulla è scontato e meccanico.
Solo così lo yoga ci insegna come essere in salute in senso lato.
[Questo articolo è stato pubblicato su Ravenna & Dintorni]